Linee programmatiche 2013-2019

24.08.2013 12:13

Il presente documento riporta le linee programmatiche che intendo proporre quale candidato alla guida del Politecnico di Bari per il periodo ottobre 2013-settembre 2019, analizzando il contesto in cui si colloca l’azione del Politecnico, proponendone una vision, cioè quello che si vorrebbe essere tra sei anni, e indicando le possibili azioni da intraprendere perché la vision possa concretizzarsi.

I tempi molto brevi in cui si articola la campagna elettorale e quindi la discussione di tali linee programmatiche suggeriscono, quale approccio metodologico volto a favorirne una maggiore condivisione a valle delle stesse elezioni, l’individuazione di specifici “tavoli tematici” a cui dovranno partecipare, in relazione al tema, rappresentanti delle strutture, del personale e degli studenti. Compito di tali “tavoli” sarà quello di formulare, con riferimento al tema, obiettivi specifici, azioni necessarie e una loro roadmap come proposta per gli organi di governo del Politecnico.

Tale approccio, ispirato alla trasparenza, alla partecipazione responsabile, alla co-progettazione e alla condivisione, sarà una linea guida del mio mandato rettorale.

 

Contesto

Qualunque documento programmatico che aspiri a proiettarsi su un orizzonte temporale di medio periodo, quale quello che interesserà il prossimo mandato rettorale, deve necessariamente partire da un’analisi di contesto in cui si colloca l’azione del Politecnico di Bari al fine di cogliere le principali “condizioni al contorno” che ne potrebbero influenzare il percorso evolutivo.

La crisi, che attanaglia l’economia e la società italiana da ormai sei anni, ha caratteri strutturali e modificherà i valori e i tratti culturali così come il significato e il ruolo delle istituzioni culturali.

Tra i tratti culturali che sembrano rafforzarsi nel processo di aggiustamento in corso si evidenziano una maggiore attenzione della società e della politica verso l’innovazione, nelle sue varie forme tecnologiche e sociali, e un ripensamento dell’idea di internazionalizzazione, intesa come adesione a un modello di società aperta che coniughi caratteri globali e locali valorizzando le specificità di un territorio e rifuggendo dal rischio di omogeneizzazione.

In tale contesto, la cultura politecnica potrà tornare ad avere un ruolo rilevante, se non centrale, nell’ispirare e accompagnare i processi di cambiamento sociale ed economico.

Ai Politecnici si potrebbe quindi offrire un’occasione storica unica di tornare a manifestare la loro utilità sociale e recuperare quella legittimità sociale che negli ultimi decenni, anche per ragioni strumentali, sembra essersi indebolita.

Il ruolo del Politecnico di Bari dovrà ridefinirsi nell’ambito del quadro strategico europeo affinché si identifichi come istituzione integrata e riconoscibile nell’ambito dell’Unione Europea. Ciò significa, in primo luogo, sintonizzarsi con le direttrici della Strategia Europa 2020 che punta a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

La ricerca di un allineamento con le politiche e le strategie europee passa, però, principalmente attraverso le indicazioni riportate nel documento “Horizon 2020 Italia. Ricerca e innovazione”, presentato nel marzo 2013. In tale documento si definisce la politica e la strategia italiana per la ricerca e innovazione nell’ambito del quadro europeo tracciato da Horizon 2020. In particolare, emergono almeno due importanti elementi di novità rispetto al passato su cui orientare da subito l’attenzione dei gruppi di ricerca nelle aree dell’ingegneria e dell’architettura: la Smart Specialisation e il Precommercial Procurement.

La strategia europea di sviluppo dei territori, definita Smart Specialisation, comporta l’individuazione di specifici percorsi regionali di crescita sostenibile basati sull’innovazione, tenendo conto delle competenze locali e delle opportunità tecnologiche e di mercato globali.

Lo sviluppo della domanda di innovazione da parte della Pubblica Amministrazione (PA) attraverso la logica del precommercial procurement apre una nuova stagione di finanziamenti finalizzati a sostenere un processo di cambiamento della PA. Ciò rappresenta un’indicazione importante in quanto tale logica sembra non solo orientare la nuova programmazione comunitaria nel periodo 2014-2020, ma anche aprire una strada per il miglioramento dell’efficienza della PA e per l’integrazione della ricerca con dette esigenze di innovazione.

Se il contesto generale è rilevante, ancor di più risulta quello specifico del sistema universitario italiano. Il perdurare della situazione di crisi economica ha portato negli ultimi anni a una forte riduzione delle risorse disponibili per il sistema italiano dell’istruzione e della ricerca. Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) previsto per il 2013 è ancora in calo rispetto al 2012 con un processo ormai in atto in modo continuativo dal 2009. A causa del combinato delle LL. 133/2008 e 126/2008 nel 2013 ci si aspetta una riduzione del 4,6% rispetto al 2012, uno dei tagli più pesanti subiti dal sistema universitario. Nel 2009 l’FFO era pari circa a 7,450 mln di euro mentre nel 2013 sarà circa di 6,690 (riduzione che sfiora l’11%). Oltre il 90% dei trasferimenti statali sono destinati alle spese di personale; l’ulteriore riduzione dell’FFO potrebbe portare molti Atenei nella situazione di default rispetto ai limiti dell’82% (personale e indebitamento) previsti dal D.Leg. 49/2012, con conseguente blocco del reclutamento. In ogni caso, è in vigore il blocco del turn-over al 50% che limita le possibilità degli Atenei di rinnovare il personale. Per gli Atenei di piccole dimensioni, come il Politecnico di Bari, è concreto il rischio di scendere sotto la soglia critica di risorse, umane e finanziarie, necessarie per espletare tutte le funzioni dell’Ateneo.

L’analisi del contesto pone quindi in evidenza le opportunità che tale fase storica offre ad una realtà come il Politecnico, ma non nasconde i rischi di sopravvivenza della stessa istituzione anche in relazione al territorio in cui si colloca. E’ infatti evidente che il rischio di emarginazione del Mezzogiorno, e di conseguenza delle sue istituzioni culturali, da un punto di vista sociale, economico e scientifico è elevato e deve essere contrastato con responsabilità e impegno estremo.

Contesto

  • Innovazione quale leva per il cambiamento sociale ed economico sostenibile
  • Internazionalizzazione intesa come adesione a un modello di società aperta che coniughi caratteri globali e locali, valorizzando le specificità di un territorio e rifuggendo dal rischio di omogeneizzazione
  • Sintonia con la Strategia Europa 2020  che punta a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
  • Politica e strategia italiana per la ricerca e innovazione nell’ambito del quadro europeo tracciato da Horizon 2020
  • Percorsi di crescita: smart specialization e domanda pubblica di innovazione
  • Rischio di contrazione del finanziamento statale

 

Vision e Obiettivi

La formulazione delle linee programmatiche che intendo proporre per il sessennio 2013-2019 si basa sulla definizione della vision e degli obiettivi che la comunità del Politecnico vorrà condividere e perseguire. La mia vision rappresenta una proiezione ambiziosa, ma al contempo credibile e sostenibile, nel quadro delle ragionevoli opzioni a disposizione. In tal senso essa costituisce la “stella polare” verso cui chiedo alla comunità del Politecnico di far tendere i suoi sforzi e le sue azioni.

La vision è articolata nelle differenti componenti nel seguito riportate unitamente ai principali obiettivi conseguenti.

Essere un’istituzione che fa ricerca di valore internazionale

  • Costruire alleanze strategiche con gruppi di ricerca a livello nazionale e europeo;
  • Aumentare la partecipazione a bandi europei per progetti di ricerca;
  • Creare un sistema di incentivi di ateneo, con opportuni meccanismi di perequazione per i giovani e per i gruppi di ricerca piccoli e/o interdisciplinari;
  • Migliorare il sistema di comunicazione della ricerca e dei suoi risultati.

Essere un’istituzione che offre reali opportunità di crescita (ascensore sociale) per i giovani e per il territorio

  • Migliorare la qualità (a livello di servizio accettabile) dell’offerta formativa;
  • Focalizzare l’offerta formativa su corsi fondamentali;
  • Migliorare la sintonia dell’offerta formativa con le specificità del territorio;
  • Attrarre studenti stranieri (dall’Europa, in particolare dall’area dei Balcani, e dal Mediterraneo);
  • Aumentare il numero dei dottorandi (in particolare, stranieri).

Essere un’istituzione che valorizza il proprio patrimonio intellettuale anche al servizio del territorio

  • Disporre di un sistema di gestione efficace del patrimonio intellettuale del Politecnico;
  • Rendere efficiente la valorizzazione dei risultati della ricerca e delle competenze (ad esempio, brevetti, spin-off);
  • Aumentare il livello del contributo del settore privato per il finanziamento della ricerca e dello sviluppo sperimentale.

Essere un’istituzione riconosciuta/riconoscibile a livello internazionale

  • Avere relazioni internazionali forti con selezionate (internazionalizzazione sostenibile) istituzioni di ricerca internazionali;
  • Avere relazioni internazionali coerenti con le direttrici geografiche della politica regionale per la ricerca e l’innovazione;
  • Avere gruppi di ricerca connessi con gli hub scientifici internazionali di riferimento;
  • Erogare un corso di studi “pilota” in inglese.

Vision

Essere un’istituzione:

  • che fa ricerca di valore internazionale
  • che offre reali opportunità di crescita sociale per i giovani e per il territorio
  • che valorizza il proprio patrimonio intellettuale anche al servizio del territorio
  • riconosciuta/riconoscibile a livello internazionale

 

Azioni strategiche rilevanti

Il conseguimento della vision e degli obiettivi richiede un insieme di azioni strategiche in cui intendo concretizzare la funzione di indirizzo del Rettore prevista dallo Statuto. Ritengo quindi opportuno nelle linee programmatiche focalizzarmi su tali azioni strategiche piuttosto che su specifiche azioni che saranno anche il risultato delle decisioni degli organi di governo dell’ateneo, in primis del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione.

Ricerca

L’attività di ricerca rappresenta la funzione vitale per un’istituzione universitaria che abbia l’ambizione di essere tale. In essa si estrinseca la finalità prima che è quella di produrre nuova conoscenza. Questa attività deve essere garantita attraverso l’acquisizione di finanziamenti e in tale ambito il Politecnico affronterà la sfida più critica per il suo futuro.

Occorre pertanto rafforzare la capacità di partecipazione a bandi del MIUR per progetti di ricerca (in particolare, FIRB e PRIN) e di selezione delle proposte candidabili al fine di aumentarne il tasso di successo.

Si dovrà completare la gestione dei numerosi progetti PON in corso e prepararsi alla nuova programmazione della ricerca per il periodo 2014-2020. In particolare, occorrerà esaminare i risultati delle partecipazioni nei vari distretti tecnologici  (DARE, DHITECH, DITNE e MEDIS) e individuare le partnership più promettenti anche in relazione al modello di smart specialisation che la Regione Puglia sta approntando. Ciò significa che si dovranno individuare aree e gruppi di ricerca (includendo anche le infrastrutture materiali e immateriali a loro disposizione) e rafforzare le loro capacità di networking a livello sia regionale sia nazionale, con soggetti pubblici e privati. In tal modo si sviluppa una capacità strategica per predisporsi alla partecipazione ai prossimi bandi.

Simile attenzione deve essere subito rivolta ai cluster nazionali per cui sono già in corso prime attività di ricerca e su cui è posto grande interesse da parte del MIUR.

La minore intensità con cui si è avuto accesso ai fondi comunitari per la ricerca, si sono conseguite borse di formazione e mobilità per i ricercatori (ad esempio, Marie Curie), si è partecipato a organismi e comitati scientifici comunitari deve essere affrontata attraverso azioni tese a contrastare tale debolezza. Intendo rafforzare tale accessibilità, soprattutto sul fronte dei progetti, attraverso accordi strategici (partnership) con altri enti pubblici di ricerca, quali, ad esempio, CNR e ENEA, che hanno organizzazioni collaudate per tali partecipazioni. Queste scelte saranno condivise con la Regione Puglia per aumentarne le opportunità. Si dovranno, in particolare, prefigurare partecipazioni a bandi che riguarderanno le tre priorità di Horizon 2020: Excellent Science (dove è previsto un forte sostegno finanziario per le borse di formazione e mobilità per i ricercatori e per le tecnologie future ed emergenti), Industrial Leadership (ricerca più finalizzata all’innovazione con interesse per le enabling key technologies e per le PMI), Societal Challenges (sulla ricerca di soluzioni più efficaci ed efficienti alle sfide globali che la società contemporanea è chiamata ad affrontare). L’ampio spettro dell’azione comunitaria interessa tutti i gruppi di ricerca delle aree dell’architettura e dell’ingegneria.

Intendo inoltre costruire partnership con istituzioni pubbliche per prepararsi alla partecipazione di bandi per il  precommercial procurement, che rappresenta la nuova strategia, prevista da Horizon 2020, per creare domanda pubblica di innovazione. Questa iniziativa riguarda gran parte degli ambiti di ricerca presenti nel Politecnico (dall’innovazione nell’edilizia pubblica ai nuovi servizi telematici al cittadino) e può svilupparsi anche in sinergia con le azioni delle imprese spin-off.

Per mitigare le difficoltà di relazione con il contesto industriale, di cui anche la Banca d’Italia ha fatto di recente menzione, intendo rafforzare le partnership con soggetti imprenditoriali di rilevanza nazionale, seguendo le forme già avviate con Avio e Enel e ricercando nuovi soggetti interessati a specifiche attività di ricerca già in corso nel Politecnico e disponibili a co-localizzarsi con loro insediamenti di ricerca. Ciò contribuirebbe in modo straordinario alla strategia di potenziamento della capacità di ricerca e di sviluppo sperimentale del Politecnico.

Ovviamente occorre anche costruire partnership strategiche con imprese del territorio che presentino programmi di innovazione di prodotti e/o processi e che quindi siano interessate a collaborazioni non occasionali.

Le collaborazioni con soggetti imprenditoriali (anche internazionali) potrebbero dar luogo alla creazione di imprese spin-off che vedano nell’integrazione tra competenze scientifiche e manageriali un fattore strategico di successo.

Le attività di ricerca, infatti, generano un arricchimento del patrimonio intellettuale del Politecnico la cui possibile valorizzazione, in termini di imprese spin-off e di brevetti, rappresenta ormai una funzione imprescindibile degli atenei (terza missione).

Perché l’azione strategica sul fronte della ricerca possa concretizzarsi con successo emerge l’esigenza di contenere i livelli di burocratizzazione connessi alla partecipazione a progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale cofinanziati con fondi pubblici. Su tale piano sosterrò, nei differenti contesti decisionali (regionale e ministeriale), la necessità di passare da rendicontazioni basate sulle modalità di spesa a rendicontazioni basate sui risultati conseguiti, nelle varie forme di pubblicazioni scientifiche, report tecnici, prototipi, brevetti. Sarà inoltre costituito un servizio di ateneo per l’assistenza nella gestione di grandi progetti.

Infine, l’azione dell’ateneo dovrà preoccuparsi di formare giovani ricercatori consentendo di sviluppare autonomia nella ricerca e capacità di integrarsi in gruppi di ricerca con altri ricercatori su tematiche interdisciplinari. Tali skills sono alla base della personalità di un ricercatore. A tal fine il Fondo di Ricerca d’Ateneo (FRA) sarà destinato a sostenere finanziariamente progetti di singoli giovani ricercatori o progetti a carattere interdisciplinare presentati da giovani ricercatori appartenenti a settori scientifici differenti.

Ricerca

  • Rafforzare la capacità di partecipazione a bandi del MIUR per progetti di ricerca (migliorare la selezione delle proposte candidabili)
  • Individuare partnership di ricerca più promettenti anche in relazione ai modelli territoriali di smart specialisation (in particolare, della Regione Puglia)
  • Rafforzare selettivamente la presenza nei cluster e distretti
  • Potenziare l’accesso ai fondi di ricerca comunitari attraverso accordi strategici con enti pubblici di ricerca (ad esempio, CNR e ENEA)
  • Realizzare partnership con istituzioni pubbliche per la partecipazione a bandi per il  precommercial procurement
  • Creare partnership con soggetti imprenditoriali di rilevanza nazionale (anche regionale) disposti a co-localizzarsi nel Politecnico con loro insediamenti di ricerca
  • Valorizzare, in termini di imprese spin-off e di brevetti, il patrimonio intellettuale generato dall’attività di ricerca (terza missione)
  • Contenere i livelli di burocratizzazione nei progetti cofinanziati con fondi pubblici
  • Finanziare progetti di singoli giovani ricercatori o progetti a carattere interdisciplinare presentati da giovani ricercatori appartenenti a settori scientifici differenti attraverso il FRA

 

Laboratori

I laboratori hanno storicamente svolto nel Politecnico un’importante funzione di servizio alle attività di ricerca e di didattica. Coerentemente con la necessità di rafforzare la capacità di sviluppare applicazioni e di valorizzare i risultati della ricerca, i laboratori assumono oggi una rilevanza strategica per il futuro del Politecnico. Ciò non si traduce nella mera finalizzazione delle attività all’applicazione e alla valorizzazione dei risultati. Infatti, lo sviluppo della conoscenza si basa sulla continua circolarità bidirezionale tra conoscenza teorica e applicata con evidenti vantaggi per la scienza e per la tecnica.

Pertanto intendo realizzare un’anagrafe dei laboratori, delle principali attrezzature e competenze in essi presenti (attraverso auditing interno), al fine di pervenire a un sistema razionalizzato (anche in termini di disponibilità) di laboratori del Politecnico su cui attuare programmazione. Tale sistema dovrà essere reso visibile all’esterno attraverso un’azione di comunicazione e promozione commerciale, e disporre di un piano finalizzato a rafforzare la competitività dei gruppi di ricerca e la capacità di offrire servizi al territorio. Un’azione specifica dell’Industrial Liaison Office offrirà sostegno a quella dei ricercatori e del personale tecnico in essi impegnati, per sviluppare attività conto terzi.

Le reti di laboratori pubblico-privato devono potenziare la loro capacità di acquisire risorse dall’esterno, anche al fine di prevedere il finanziamento degli investimenti di ammodernamento e di formazione di nuove competenze.

Intendo avviare un’azione di sviluppo di laboratori in partnership con soggetti imprenditoriali di rilevanza nazionale da co-localizzare nel Politecnico. Tale azione sarà svolta insieme a soggetti istituzionali quali, ad esempio, la Confindustria e la Regione Puglia.

Laboratori

  • Auditing interno per anagrafe dei laboratori (attrezzature e competenze)
  • Creazione e programmazione del sistema dei laboratori del Politecnico
  • Azione di comunicazione e promozione commerciale per l’offerta di servizi al territorio
  • Rafforzare la capacità di autofinanziamento dei laboratori delle reti pubblico-privato
  • Sviluppare laboratori in partnership con soggetti imprenditoriali di rilevanza nazionale da co-localizzare nel Politecnico

 

Reclutamento e progressione di carriera

La gestione delle risorse umane del Politecnico rappresenta un’area di particolare criticità essendosi verificato negli ultimi anni una consistente riduzione del personale docente, che ha compromesso ormai la sostenibilità dell’offerta formativa, e l’assenza di reclutamento di giovani ricercatori.

Tali condizioni hanno generato forti aspettative da parte dei ricercatori a tempo indeterminato (ruolo ormai ad esaurimento), che sono coinvolti nelle procedure di abilitazione nazionale, e l’espansione di una fascia di precariato della ricerca spesso composto da persone con curricula brillanti.

Compatibilmente con la disponibilità di punti organico rivenienti anche dal Piano straordinario per gli associati, intendo affrontare entrambe le criticità con la consapevolezza che la disponibilità di nuovi professori associati renderebbe più sostenibile l’offerta formativa e mitigherebbe le preoccupazioni rivenienti dai prossimi pensionamenti, nel rispetto dell’età massima di permanenza in servizio di 70 anni. Inoltre, a tali professori associati deve essere reso possibile assumere alcune posizioni di responsabilità all’interno della comunità accademica.

Occorre altresì considerare che è stato dichiarato dal Ministro la volontà di finanziare la seconda parte del Piano straordinario per il reclutamento degli associati, peraltro prevista dalla L.240/2010, e l’intenzione di finanziare anche un Piano straordinario per il reclutamento di ricercatori a tempo determinato.

Ulteriore elemento assolutamente non trascurabile è che le attività di reclutamento e progressione di carriera saranno oggetto di valutazione da parte del MIUR contribuendo alla formazione della quota premiale di FFO.

La ormai prossima chiusura delle prime procedure di abilitazione impone la formulazione rapida di una programmazione delle risorse su base almeno triennale e la definizione di criteri per dar luogo alle procedure per l’assunzione degli abilitati sulla base del Piano straordinario.

Principi ispiratori di tali criteri saranno per me merito scientifico e esigenze didattiche, in relazione anche alle dinamiche dei SSD nel prossimo futuro, a specifiche criticità di alcuni SSD e alla qualità dell’offerta formativa.

Mi impegno altresì a esercitare pressione sul Ministero perché si consideri solo 0.1 punti organico invece di 0.2 quanto richiesto per il passaggio da ricercatore a tempo indeterminato a professore associato. Ciò consentirebbe un’evidente più ampia tornata di assunzioni.

Con riferimento ai punti organico non rivenienti dal Piano straordinario, la programmazione triennale allocherà risorse aggiuntive per favorire le assunzioni degli abilitati, ciò in relazione alla natura straordinaria del piano.

Sarà necessario altresì procedere alle chiamate dirette, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa, per un quinto dei posti disponibili. La qualità di tale reclutamento deve essere elevata in considerazione sia dell’identificazione delle specifiche esigenze didattiche e di ricerca che si intende soddisfare, sia della qualificazione delle persone reclutate che dovrà essere valutata secondo standard internazionali.

Per il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato di tipo b), si potrà procedere con le risorse della programmazione triennale rivenienti dal budget di turnover e per tale finalità allocate nelle more che si concretizzi il Piano straordinario per il reclutamento dei ricercatori. L’esigenza di procedere a tale tipo di reclutamento e la sua peculiarità devono essere rappresentati agli organi di governo della Regione Puglia affinché si possano acquisire risorse aggiuntive peraltro già promesse.

Per il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato di tipo a), intendo procedere sulla base di disponibilità rivenienti dai grandi progetti di ricerca e da finanziamenti esterni.

Per le assunzioni degli abilitati a professore ordinario, occorrerà nella programmazione triennale verificare l’eventuale disponibilità residua di punti organico e il rispetto degli obblighi di legge per la contemporanea assunzione di un posto di ricercatore a tempo determinato di tipo b). È presumibile che ciò richiederà un tempo di attesa ben maggiore rispetto a quello degli associati e comunque dipendente dall’acquisizione di risorse aggiuntive eventualmente resesi disponibili.

Analogo ragionamento dovrà essere adottato per il personale tecnico-amministrativo-bibliotecario per cui si dovrà prevedere un’allocazione di risorse dipendente anche dalle esigenze di rafforzamento strategico di alcune aree.

È mio impegno comunque la ricerca di risorse esterne per alleviare l’ormai cronica carenza di risorse ministeriali.

Reclutamento e progressione di carriera

Programmazione delle risorse su base triennale

  • Valutazione dell’attività di reclutamento e progressione di carriera (quota premiale di FFO)
  • Età massima di permanenza in servizio: 70 anni
  • Priorità per nuovi professori associati (più sostenibile l’offerta formativa e minori preoccupazioni dai prossimi pensionamenti)
  • Riduzione della fascia di precariato della ricerca e ringiovanimento del corpo accademico

Abilitati a professore associato

  • Definizione di criteri per l’assunzione (su base di merito e esigenze didattiche, in relazione anche a dinamiche e criticità dei SSD)
  • Pressione sul Ministero perché si consideri solo 0.1 punti organico invece di 0.2 per il passaggio da ricercatore a tempo indeterminato a professore associato
  • Punti organico rivenienti dal Piano straordinario e da turnover sulla base della programmazione triennale
  • Chiamate dirette per un quinto dei posti disponibili (esigenze di didattica e ricerca, reclutamento secondo standard internazionali)

Ricercatori a tempo determinato di tipo b)

  • Reclutamento secondo programmazione triennale (in attesa di Piano straordinario per il reclutamento dei ricercatori)

Ricercatori a tempo determinato di tipo a)

  • Reclutamento sulla base di disponibilità rivenienti da grandi progetti di ricerca e da finanziamenti esterni

Abilitati a professore ordinario

  • Reclutamento secondo programmazione triennale (contemporanea assunzione di un posto di ricercatore a tempo determinato di tipo b)
  • Reclutamento con priorità successiva a quella degli associati

Personale tecnico-amministrativo-bibliotecario

  • Reclutamento secondo programmazione triennale
  • Reclutamento con priorità successiva a quella degli associati
  • Reclutamento dipendente anche da esigenze di rafforzamento strategico di alcune aree

 

Studenti

Per un’istituzione universitaria la centralità del ruolo degli studenti è condizione essenziale e ciò deve tradursi in azioni concrete volte a favorire lo svolgimento del percorso formativo per tutti gli studenti offrendo così reali possibilità di crescita personale e professionale. In tal senso il Politecnico deve rappresentare quell’”ascensore sociale” di cui tutti devono potersi servire, soprattutto coloro che sono meritevoli e provengono da famiglie meno abbienti.

In tal senso intendo intervenire sulla situazione del diritto allo studio chiedendo al Ministero di aumentare in modo consistente il Fondo integrativo statale e cercando risorse anche a livello regionale. In particolare, chiederò al sistema delle imprese (Camere di Commercio, Confindustria, banche) di contribuire concretamente per tale finalità in considerazione dei benefici conseguenti per il territorio stesso.

Si deve continuare a migliorare il livello dei servizi, in particolare quelli di accesso alle biblioteche e alla rete informatica, nonché predisporre un sistema di gestione per gli alloggi che si renderanno disponibili nell’area di Mungivacca. La prossima apertura dello Student Center consentirà di usufruire di nuovi spazi di studio e di vita sociale. Occorrerà potenziare il livello di sicurezza, in particolare con riferimento ai furti, attraverso sistemi di videosorveglianza.

Anche l’offerta didattica, sebbene recentemente rivisitata, deve essere oggetto di intervento a valle di un’analisi delle criticità e nel rispetto delle specificità di impostazione dei percorsi formativi delle aree di Architettura e Ingegneria, al fine di una sua razionalizzazione con finalità di sostenibilità e miglioramento della qualità.

E’ comunque necessario prevedere una maggiore focalizzazione sulle discipline fondamentali promuovendo, al contempo, almeno sperimentazioni di un’offerta formativa più interdisciplinare e trasversale. Inoltre, seguendo anche indicazioni ministeriali, essa dovrebbe essere modulata in modo da consentire lo sviluppo e la creazione di percorsi e profili in cui accanto alla competenze specifiche e disciplinari è necessario acquisire competenze, strumenti, metodologie e capacità di lavoro trasversali in grado di essere spese in un mercato del lavoro e della formazione meno settoriale. In particolare, vanno resi disponibili percorsi per l’acquisizione di certificazioni professionali (ad esempio, per la sicurezza, per l’informatica, per il project management) nonché attività mirate alla realizzazione di prototipi per la partecipazione a competizioni nazionali e internazionali. Queste ultime vanno fortemente incentivate e ritenute strategiche per il Politecnico.

L’organizzazione didattica deve essere meglio programmata (calendario esami, disponibilità materiale, interazione con i docenti, ecc.) seguendo anche esempi già presenti nel Politecnico, adottando maggiormente strumenti informatici (anche social network) per migliorare e facilitare il percorso didattico in un regime di qualità. Ciò contribuirebbe a mitigare il problema degli studenti fuori corso. Gli strumenti, quali ad esempio la rilevazione dell’opinione sulla docenza da parte degli studenti, devono essere affinati e finalizzati a generare analisi delle criticità e interventi correttivi e migliorativi.

Occorre, inoltre, intervenire sulla funzionalità e qualità delle aule e delle infrastrutture tecnologiche, in particolare attraverso un intervento di manutenzione straordinaria.

Tutti gli obiettivi di qualità vanno programmati, perseguiti e sottoposti a valutazione annuale. Ciò deve essere assunto come una normale pratica operativa ed entrare a far parte della cultura del Politecnico.

L’internazionalizzazione dell’attività didattica va intensificata attraverso le forme del Double degree e dei progetti Erasmus, ma occorre anche prevedere l’erogazione di un corso di studi “pilota” in lingua inglese.

I corsi di dottorato di ricerca devono essere riorganizzati per effetto della recente normativa (DM n. 45/2013) potendosi prevedere anche dottorati in consorzio con altri atenei italiani e stranieri. In tal senso si deve esplorare la possibilità di ridare slancio alla Scuola Interpolitecnica di Dottorato con i Politecnici di Milano e Torino.

La Scuola di Dottorato dovrà contribuire a tale processo di riorganizzazione in particolare sul fronte del coordinamento dei differenti corsi e della predisposizione di un’offerta formativa che dovrà prevedere insegnamenti specifici e il contributo di docenti stranieri in visita.

La formazione dottorale va orientata a percorsi di ricerca scientifica, non trascurando la formazione di competenze di alto livello per la Pubblica Amministrazione e per le imprese, in particolare quelle italiane caratterizzate da una minore presenza di ricercatori rispetto a quelle di quasi tutti gli altri paesi dell’UE.

Intendo pertanto allocare risorse perché si possa avere un numero di borse sufficienti e attività formativa (inclusa la mobilità dei dottorandi) adeguata, e prevedere ogni azione (accordi, convenzioni, agevolazioni, ecc.) tesa a facilitare la presenza di dottorandi stranieri.

Per studenti (in generale) e docenti stranieri occorre predisporre servizi dedicati, in particolare per l’ottenimento di permessi e visti. Ciò contribuirà al processo di internazionalizzazione del Politecnico.

Si svilupperanno le attività di formazione basate sui corsi master e quelle per il lifelong learning per soddisfare maggiormente esigenze formative espresse dal mondo professionale.

Ho intenzione infine di potenziare le attività orientate al job placement attraverso sia l’organizzazione di contratti di apprendistato (ex art. 5, D.Lgs.167/2011), sia gli stage aziendali post-lauream, sia l’organizzazione di job meeting, sia la realizzazione di un servizio di segnalazione di laureati alle imprese. Inoltre ritengo opportuno la creazione di un’associazione di ex-alumni che coinvolga coloro che hanno conseguito il dottorato di ricerca presso il Politecnico.

Per aumentare le opportunità di auto-imprenditorialità degli studenti, attiverò il progetto Contamination Lab, sviluppato dall’ILO del Politecnico di Bari, coinvolgendo le organizzazioni studentesche.

Con queste avvierò una collaborazione strategica per sviluppare iniziative tese ad aumentare l’attrattività (marketing) dei corsi di studio e a migliorare il servizio di orientamento degli immatricolati, ridurre gli abbandoni, motivare gli studenti verso una crescita personale e professionale.

Infine, per il ruolo pubblico di propulsore dello sviluppo sociale ed economico del paese, e del Mezzogiorno in particolare, intendo mantenere il livello attuale di tasse universitarie e impegnarmi perché sia garantito un livello di qualità dei servizi adeguato, con particolare attenzione ai meritevoli appartenenti a fasce svantaggiate economicamente.

Studenti

  • Cercare risorse per il diritto allo studio anche a livello regionale (in particolare, Camere di Commercio, Confindustria, banche)
  • Migliorare il livello dei servizi (accesso alle biblioteche e alla rete informatica, alloggi, spazi di studio e vita sociale, sicurezza)
  • Rivisitare l’offerta didattica  (maggiore focalizzazione su discipline fondamentali, interdisciplinarità,  competenze per il mercato del lavoro, partecipazione con prototipi a competizioni nazionali e internazionali)
  • Riorganizzare la didattica (migliorare calendario esami, disponibilità materiale, interazione con i docenti, rilevazione dell’opinione sulla docenza, valutazione annuale)
  • Intervento di manutenzione straordinaria sulla funzionalità e qualità delle aule e delle infrastrutture tecnologiche
  • Internazionalizzazione dell’attività didattica (Double degree, Erasmus, corso di studi “pilota” in lingua inglese)
  • Riorganizzazione dei corsi di dottorato di ricerca (incrementare borse, agevolazioni per dottorandi stranieri, mobilità dottorandi, insegnamenti specifici, docenti stranieri in visita)
  • Ridare slancio alla Scuola Interpolitecnica di Dottorato
  • Sviluppare corsi master e per il lifelong learning per il mondo professionale
  • Potenziare il job placement (contratti di apprendistato, stage aziendali, job meeting, servizio di segnalazione di laureati alle imprese)
  • Creare l’associazione ex-alumni dei dottori di ricerca del Politecnico
  • Realizzare il Contamination Lab per sviluppare l’auto-imprenditorialità degli studenti
  • Collaborare con organizzazioni studentesche su attrattività (marketing) dei corsi di studio, orientamento, abbandoni, motivazione degli studenti
  • Mantenere il livello attuale di tasse universitarie con un livello di qualità dei servizi adeguato (attenzione a meritevoli in condizioni svantaggiate)

 

Personale Tecnico-Amministrativo-Bibliotecario

Il personale tecnico-amministrativo-bibliotecario del Politecnico, a causa degli interventi normativi degli ultimi anni (a partire dalla L.133/2008), manifesta ormai da tempo una condizione di malessere determinato dall’assenza di prospettive di progressione economica e crescita professionale.

In tale contesto intendo recuperare un clima di benessere lavorativo agendo prevalentemente lungo due direzioni: riformulare il sistema di incentivi e prevedere interventi di valorizzazione professionale.

Per quanto riguarda il sistema di incentivi, occorre rafforzare la capacità di contribuzione al Fondo Comune d’Ateneo attraverso il potenziamento delle attività di ricerca, soprattutto attraverso i laboratori, garantire risorse per il Fondo Trattamento Accessorio, acquisire nuove risorse per operare, anche attraverso la contribuzione dei dipendenti, alla fornitura di servizi in materia di buoni pasto, di assistenza sanitaria, di trasporti, di telefonia, di assistenza a familiari (bambini e anziani), e per prevedere sussidi economici, destinati in particolare a soggetti in condizioni di criticità. Tali nuove risorse potranno essere generate anche mediante valorizzazione dei recuperi di efficienza.

L’incentivazione deve riguardare inoltre la valorizzazione economica delle competenze e capacità professionali. In particolare, occorre prevedere un piano condiviso di valorizzazione commerciale di tali professionalità attraverso la partecipazione del personale sia nei progetti di ricerca e di sviluppo sperimentale, sia nelle attività in conto terzi, sia nello sviluppo di spin-off e di attività brevettuale, sia nelle forme di attività didattica consentite dalla legge (art.23 della Legge 240/2010 e Sentenza n.78/2013 della Corte Costituzionale).

È altresì da prevedere forme di incentivazione basate su specifici incarichi di responsabilità (per esempio, nell’organizzazione di laboratori).

Per quanto riguarda la valorizzazione professionale, occorre sviluppare un concreto piano di formazione per il personale, coerente con la visione strategica del Politecnico, che preveda, oltre alla formazione dettata da esigenze di aggiornamento su aspetti normativi (ad esempio, contabilità, sicurezza), anche attività formative presso altre istituzioni in Italia e all’estero finalizzate ad acquisire competenze e a confrontarsi con contesti lavorativi differenti da cui poter trarre ispirazione per innovazioni nelle procedure e negli strumenti (per esempio, l’Agenzia nazionale Erasmus suggerisce strumenti europei per formare il personale docente e amministrativo). In tale piano deve essere prevista anche attività di formazione linguistica soprattutto per coloro che seguono iniziative che prevedono la conoscenza di lingue straniere. Tutto ciò deve essere funzionale e contribuirà al rafforzamento delle attività di internazionalizzazione e di gestione di grandi progetti di Ateneo.

Per il personale tecnico deve essere reso disponibile, nei limiti dell’organizzazione didattica, anche l’attività formativa normalmente associata ai grandi progetti di ricerca affinché si possa patrimonializzare lo stock di conoscenze sviluppate e valorizzare i profili professionali presenti nel Politecnico.

Occorre creare una mappa delle competenze del personale presente nei laboratori (anche nelle reti di laboratori pubblico-privato) al fine di poter razionalizzare la disponibilità di tali competenze e il loro coinvolgimento nelle attività progettuali pervenendo alla costituzione di un corpo tecnico unito e motivato di Politecnico.

Al personale bibliotecario, in relazione all’evoluzione dei servizi bibliotecari verso forme di servizio di knowledge brokering (interazione avanzata con l’utente, accesso a database, portali, info-intermediazione) per le attività di ricerca, di didattica e di valorizzazione commerciale delle stesse, occorrerà prevedere un’attività formativa che consentirà di acquisire competenze professionali particolarmente innovative.

Personale tecnico-amministrativo-bibliotecario

  • Riformulare il sistema di incentivi e prevedere interventi di valorizzazione professionale (per recuperare un clima di benessere lavorativo)
  • Rafforzare la contribuzione al Fondo Comune d’Ateneo (potenziamento delle attività di ricerca, soprattutto attraverso i laboratori)
  • Garantire risorse per il Fondo Trattamento Accessorio
  • Fornire (anche con contribuzione dei dipendenti ) servizi in materia di buoni pasto, di assistenza sanitaria, di trasporti, di telefonia, di assistenza a familiari
  • Prevedere sussidi economici (a soggetti in condizioni di criticità)
  • Valorizzazione commerciale delle professionalità (partecipazione a progetti di ricerca, ad attività in conto terzi, a spin-off e brevetti, a didattica)
  • Prevedere incentivazione per incarichi di responsabilità
  • Piano di formazione (attività, in Italia e all’estero, su aspetti normativi, conoscenza di lingue, internazionalizzazione, gestione di grandi progetti, servizi di knowledge brokering)
  • Rendere possibile la partecipazione del personale ai percorsi formativi nei grandi progetti di ricerca
  • Creare mappa delle competenze del personale tecnico per razionalizzare il loro coinvolgimento nelle attività progettuali

 

Amministrazione e organizzazione

La transizione del sistema contabile di ateneo richiesta dalla Legge n.240/2010, con il Bilancio unico (di previsione annuale autorizzatorio e di esercizio) e Bilancio consolidato di Ateneo, rappresenta un importante cambiamento da introdurre nel Politecnico di Bari e consentirà di disporre, attraverso la contabilità economico-patrimoniale e quella analitica, di uno strumento conoscitivo essenziale per le decisioni di ateneo.

Intendo strutturare il bilancio unico d’ateneo di previsione annuale, coerentemente con l’articolazione organizzativa del Politecnico, ivi inclusa quella riferibile alle funzioni di didattica e di ricerca, in centri di responsabilità dotati di autonomia gestionale, ai quali è attribuito un budget autorizzatorio economico e degli investimenti. In tal modo si creeranno centri di responsabilità dotati di autonomia gestionale.

Pertanto creerò una taskforce, coordinata da un esperto, composta dai direttori di dipartimento e/o loro delegati, dai responsabili dei servizi amministrativi e dagli addetti amministrativi dell’amministrazione centrale interessati al passaggio alla contabilità economica e patrimoniale. La taskforce dovrà raccordarsi con l’esistente commissione di ateneo (che ha già prodotto una bozza di Regolamento di Ateneo per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità e una bozza di Regolamento per la valutazione del patrimonio) coordinata dalla dott.ssa Santoro.

Tale transizione ha altresì implicazioni organizzative che influenzeranno il ridisegno dell’organizzazione amministrativa.

Procederò, peraltro, ad una rapida scelta del nuovo Direttore Generale che dovrà presentare capacità professionali, esperienza, motivazione e disponibilità a condividere un percorso di cambiamento di non breve durata.

Nell’avvio del suddetto processo di riorganizzazione interna, che porterà la struttura verso un livello più elevato di efficienza e di operatività, i criteri guida saranno la semplificazione, l’automazione e lo snellimento delle procedure amministrative nel rispetto del quadro legislativo e normativo.

La focalizzazione sui processi consentirà, attraverso la definizioni di obiettivi, flussi di lavoro, risorse e responsabilità di ciascun processo, di assicurare livelli di servizio programmabili e controllabili. Ciò rendere più prevedibile il funzionamento organizzativo e semplificherà i rapporti tra settori e aree dell’amministrazione centrale e tra questi e i dipartimenti.

In tale riorganizzazione si potranno ridistribuire in modo più oggettivo, trasparente e condiviso le risorse sui vari processi rimuovendo eventuali colli di bottiglia e rimotivando il personale.

Amministrazione e organizzazione

  • Transizione (creazione di taskforce) del sistema contabile di ateneo al Bilancio unico e alla contabilità economico-patrimoniale e analitica (strumento per le decisioni)
  • Creazione di centri di responsabilità dotati di autonomia gestionale
  • Rapida scelta del nuovo Direttore Generale (condividere un percorso di cambiamento)
  • Ridisegno dell’organizzazione amministrativa verso un livello più elevato di efficienza e di operatività (semplificazione, automazione e snellimento delle procedure)
  • Focalizzazione su processi per livelli di servizio programmabili e controllabili, e rapporti trasparenti tra settori e aree dell’amministrazione centrale, e tra questi e dipartimenti
  • Ridistribuire in modo più oggettivo, trasparente e condiviso le risorse sui vari processi

 

Organizzazione territoriale

Il Politecnico di Bari articola la sua presenza sul territorio pugliese attraverso tre sedi: Bari, Foggia e Taranto. In tal senso, insieme alle altre Università pugliesi, condivide l’offerta di alta formazione e rappresenta un importante interlocutore della Regione Puglia anche per la ricerca scientifica.

Nell’attuale contesto, le strategie di organizzazione territoriale del Politecnico non possono non risentire delle politiche regionali per la ricerca e la formazione, anche in conseguenza delle politiche di razionalizzazione del sistema universitario italiano attuate dal MIUR.

In particolare, per l’evoluzione della presenza a Taranto del Politecnico di Bari mi impegnerò in un’azione specifica di ampia valenza politica dovendo operare un raccordo ineludibile tra proposte di intervento e finanziamenti, pubblici e privati, per il rilancio dell’area tarantina e scelte del Politecnico. Infatti la fattibilità delle scelte del Politecnico deve essere coerente con il più ampio quadro di rilancio delle dinamiche di sviluppo sociale ed economico di un’area caratterizzata da forti sofferenze. Il Politecnico può offrire un contributo significativo di competenze per affrontare la complessità della realtà tarantina, ma di concerto con tutti i contributi tesi al risanamento del territorio e alla metamorfosi dell’industria tarantina. In tal senso chiederò al Politecnico azioni coerenti e sinergiche sul fronte sia della didattica e sia della ricerca su specifici temi ambientali e industriali.

Iniziative come il polo scientifico e tecnologico “Magna Grecia”, progetti come “Smart area” di Confindustria possono costituire la piattaforma scientifica e politica per attivare tali sinergie nonché l’interesse di soggetti internazionali (in particolare, JRC/UE e UNEP) che potrebbero essere coinvolti con azioni di ampio respiro a sostegno delle attività di ricerca.

Con riferimento alla presenza a Foggia del Politecnico di Bari, ritengo opportuno esplorare la possibilità di un accordo con l’Università di Foggia focalizzato su collaborazioni di medio-lungo periodo, di ricerca e di didattica, per la realizzazione congiunta di corsi di studi di ingegneria. Sulla base di tale accordo si potrà esplorare l’ipotesi di istituzione di un dipartimento (o altra struttura) interateneo.

Tali azioni sulla realtà tarantina e foggiana potrebbero inquadrarsi in un piano più ampio di riorganizzazione delle attività scientifiche e formative che potrebbe convergere verso un Politecnico delle Puglie. Considererò tale ipotesi qualora si dimostrasse strategica e procederò, d’intesa con gli altri atenei, all’istituzione di un comitato finalizzato ad analizzare gli aspetti di natura istituzionale, economica e le reali sinergie.

Organizzazione territoriale

  • Azione congiunta con altri soggetti pubblici e privati per il risanamento del territorio e la metamorfosi dell’area tarantina quale condizione per la fattibilità della presenza a Taranto del Politecnico
  • Creare una piattaforma scientifica e politica (con polo “Magna Grecia”, progetto “Smart area” di Confindustria, attività di JRC/UE e UNEP) a sostegno delle attività di ricerca/didattica a Taranto
  • Accordo con l’Università di Foggia focalizzato su collaborazioni di medio-lungo periodo per realizzazione congiunta di corsi di studi
  • Esplorare l’ipotesi di istituzione di un dipartimento (o altra struttura) interateneo a Foggia
  • Ipotesi di riorganizzazione delle attività accademiche nel Politecnico delle Puglie (eventualmente da esaminare in un comitato con altri atenei)

 

Statuto

Lo statuto del Politecnico, redatto ai sensi della L.240/2010, richiede, come normalmente avviene dopo un periodo di applicazione, un’azione di verifica che dovrà evidenziare eventuali criticità e disfunzioni. A valle di tale verifica intendo, di concerto con il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico, definire un’agenda per le modifiche di statuto da attuarsi ai sensi dell’art.47 dello Statuto vigente.

Per le aree di criticità emerse occorrerà rafforzare le strutture e i processi di coordinamento tra le strutture dipartimentali al fine di favorire una maggiore integrazione operativa tra gli stessi.

Inoltre, nel rispetto delle specificità delle attività didattiche delle differenti aree culturali del Politecnico, occorrerà ripensare alle scuole come luoghi dove riprende vita il carattere interdisciplinare dei percorsi formativi e si riattivano le condivisioni di idee e di progetti culturali.

La perdita di contatto periodico tra i docenti e ricercatori appartenenti a differenti dipartimenti può portare a forme di “asfissia localistica” che deprimono il senso di appartenenza all’istituzione e radicalizzano le divergenze culturali e di politica accademica.

Nel rispetto del principio della centralità dei dipartimenti nell’organizzazione di un ateneo, a cui si ispira la L.240/2010, si potranno identificare i meccanismi più opportuni perché i cinque dipartimenti possano meglio contribuire all’assetto istituzionale e all’organizzazione dell’ateneo.

Statuto

  • Avviare azione di verifica per evidenziare eventuali criticità e disfunzioni
  • Definire un’agenda per le modifiche di statuto da attuarsi ai sensi dell’art.47 dello Statuto vigente
  • Rafforzare le strutture e i processi di coordinamento tra le strutture dipartimentali
  • Ripensare alle scuole come luoghi dove si riattivano le condivisioni di idee e di progetti culturali
  • Contrastare le forme di “asfissia localistica” dipartimentale che deprimono il senso di appartenenza all’istituzione e radicalizzano le divergenze culturali e di politica accademica
  • Identificare meccanismi opportuni perché i cinque dipartimenti possano meglio contribuire all’assetto istituzionale e all’organizzazione dell’ateneo

 

Comunicazione (& Marketing)

In un contesto in cui il Politecnico dovrà sempre più attrarre studenti, acquisire risorse attraverso progetti e sviluppare attività internazionali, la comunicazione diventa una funzione strategica.

Ciò riviene dall’osservazione di comportamenti e pratiche emergenti nel sistema universitario nazionale (in quello internazionale è già mediamente sviluppato) su cui anche il MIUR ha manifestato interesse (cfr. Conferenza MIUR dell’aprile 2013 su Terza missione delle università).

Intendo, pertanto, realizzare un piano di comunicazione istituzionale che preveda:

  • la revisione del sito web del Politecnico orientandolo alle esigenze dei vari stakeholders;
  • la disponibilità del sito web almeno in una versione in inglese;
  • la realizzazione di una specifica sezione del sito web destinata ai laboratori;
  • la realizzazione di uno spot di presentazione del Politecnico, delle sue strutture, dell’offerta formativa e delle principali linee di ricerca in lingua italiana e inglese;
  • la redazione di comunicazioni ufficiali, in lingua italiana e inglese, riguardanti ricercatori e risultati di ricerche che hanno conseguito rilevanza internazionale, da veicolare attraverso il sito web e i media (in particolare, giornali e televisione);
  • la redazione di comunicazioni ufficiali, in lingua italiana e inglese, riguardanti particolari eventi che si svolgono presso il Politecnico, da veicolare attraverso il sito web e i media (in particolare, giornali e televisione).

La riconoscibilità del Politecnico quale istituzione di valore internazionale passerà anche attraverso la professionalità con cui sarà organizzata tale comunicazione. Ciò rafforzerà l’immagine del Politecnico, aumenterà la capacità attrattiva con riguardo agli studenti (anche stranieri), amplificherà la visibilità del Politecnico e delle sue attività sui media nazionali, supporterà le attività internazionali, contribuirà a rafforzare  l’identità e l’orgoglio di appartenenza della comunità.

Comunicazione (& Marketing)

Realizzare un piano di comunicazione istituzionale che preveda:

  • revisione del sito web del Politecnico orientandolo alle esigenze dei vari stakeholders
  • disponibilità del sito web almeno in una versione in inglese
  • realizzazione di una specifica sezione del sito web destinata ai laboratori
  • realizzazione di uno spot di presentazione del Politecnico, delle sue strutture, dell’offerta formativa e delle principali linee di ricerca in lingua italiana e inglese
  • redazione di comunicazioni ufficiali, in lingua italiana e inglese, riguardanti ricercatori e ricerche che hanno conseguito rilevanza internazionale (sito web e media)
  • redazione di comunicazioni ufficiali, in lingua italiana e inglese, riguardanti particolari eventi che si svolgono presso il Politecnico (sito web e media)

 

Considerazioni conclusive

Tali linee programmatiche servono, come si è detto, a tracciare un indirizzo strategico e ad aprire un dibattito all’interno della comunità del Politecnico affinché tutti possano partecipare alla costruzione del proprio futuro e sentirsi responsabili del proprio pensare e agire. Sono convinto che ciò contribuirà a ricreare fiducia e senso di appartenenza a quel bene comune che è il nostro Politecnico.

Le priorità di attuazione di alcune azioni strategiche saranno condizionate dai tempi e dai vincoli normativi, spesso cogenti. Intendo, però, dare impulso a tutte le azioni di indirizzo politico-strategico indicate e a quelle che emergeranno come rilevanti nel dibattito istituzionale all’interno della comunità. Ciò richiederà un’azione coesa di governo e un suo costruttivo rapporto con le strutture di gestione. Per le motivazioni che mi hanno guidato nella decisione a candidarmi ritengo che una squadra di delegati giovane e motivata sia la scelta più opportuna.

Quello che sarà il nostro futuro dipenderà, però, dalla capacità di lavorare tutti insieme su obiettivi condivisi.

 

Vito Albino

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